martedì 20 agosto 2013

riflettendo ancora sull'evoluzionismo

Stamattina riflettevo su alcuni problemi che si pongono per chi, come me, pensa a una conciliabilità tra evoluzionismo e creazionismo.
Io credo che l'evoluzione spieghi la formazione del corpo, mentre l'anima è stata infusa direttamente da Dio, con un intervento speciale, non come sviluppo di antecedenti (materiali).

il passaggio dagli ominidi all'uomo


1) Come è avvenuto? I casi sono due: a) o Dio ha infuso l'anima in un corpo umano già sviluppato (un adolescente o un adulto) o b) l'ha infusa al momento del concepimento. Nel a) primo caso avremmo, poniamo, degli esseri che si sono addormentati ominidi (cioè animali) e si sono svegliati uomini (perché, nel caso le cose siano andate così, Dio non può che aver agito nel sonno); nel b) secondo caso avremmo che i primi uomini hanno avuto come genitori dei non-uomini, delle scimmie antropomorfe dal corpo quasi umano, ma senza anima.
Entrambe queste possibilità suscitano un po' di "senso". Non so per quale alternativa scegliere, per il momento.

2) C'è poi un secondo problema: o Dio ha infuso l'anima in un corpo non ancora pienamente umano, o sono esistiti degli ominidi dal corpo umano, ma senza anima.
Probabilmente il corpo del ramo di ominidi che il Creatore aveva fin dall'inizio predisposto perché ospitasse un'anima umana era già, quasi interamente, umano. Il problema maggiore non è tanto il portamento eretto, o la scarsezza di peli, quanto il cervello, che è la parte del corpo più direttamente "legata" all'anima. Prima dell'infusione dell'anima c'era già un cervello simile a quello dell'uomo, o l'anima è stata infusa in un corpo dal cervello ancora scimmiesco? Probabilmente è vera la seconda alternativa, tenendo però presente che il fatto stesso della infusione dell'anima ha avuto effetti anche sul corpo, soprattutto, essenzialmente sul cervello, promuovendone una rapida trasformazione, nel senso appunto della tipica complessità del cervello umano. In questo senso, delle due ipotesi fatte al punto primo appare più probabile la seconda: è più facile immaginare una trasformazione del cervello fin dalla fase embrionale, che in età adolescenziale/adulta.

monogenismo e peccato originale

3) Terzo problema, monogenismo: si o no? Ho sempre pensato che fosse ancora valido il Magistero di Pio XII (l'Humani generis, 1950) con la sua affermazione del monogenismo. Tuttavia più ci penso, più credo che sia ammissibile anche un poligenismo - come dire? - moderato: non molti ceppi, ma un unico ceppo di ominidi, un numero di ominidi non molto elevato, a cui Dio avrebbe infuso l'anima. Il punto, più che la fratellanza universale, che non sarebbe così messa in discussione, è il peccato orginale. L'abbiamo detto, è irrinunciabile poter pensare al p.o. come un fatto, liberamente attuato dall'uomo. Ma il peccato originale avrebbe anche dovuto essere stato commesso da(i) molti (primi) esseri umani, magari a partire da una prima coppia, Adamo ed Eva, per poi "propagarsi" a tutti gli altri (che non dovrebbero essere stati moltissimi, anche se non sappiamo fare delle ipotesi più precise su quanti: di sicuro dovevano conoscersi tutti tra loro, quindi essere concentrati in un'area piuttosto ristretta).

4) L'homo neandertalensis era un uomo? Era cioè della nostra stessa specie? Se non lo fosse stato, se quella di homo neandertalensis fosse una specie diversa dall'homo sapiens e non una sottospecie (homo sapiens neandertalensis) sarebbe un bel problema, effettivamente, in una prospettiva creazionista (lo ripetiamo: da non confondere con fissista). Come spiegare infatti, in ottica teologica, che sia esistita un'altra specie umana, poi estintasi? Perché Dio avrebbe creato una specie umana per poi farla estinguere? E tale specie aveva conservato una innocenza prelapsaria o era anch'essa caduta nel peccato?
I pareri degli scienziati sono, ci risulta, ancora discordi, anche se pare che in alcune etnie umane (europee e medioorientali) siano presenti dei geni neandertalensi, per cui ci sarebbe stata una ibridazione tra homo sapiens neandertalensis e homo sapiens sapiens, per cui si tratterebbe non di due specie, ma di due sottospecie di un'unica specie. A pensare questo ci spinge anche il fatto che i neandertalensi si comportavano in modo umano: seppellivano i morti, fabbricavano armi (in pietra) e, pare, strumenti musicali (flauti).

5) Quinto problema, la natura (infraumana) prima del peccato originale. E' esistito un Eden in cui la vita dell'uomo era enormemente favorita (l'uomo non doveva lavorare né difendersi dalla natura)?
Prima del peccato originale non esistevano, ad esempio, bestie feroci che potessero minacciare la vita dell'uomo e magari neanche animali carnivori?
Noi crediamo che pensare ciò sarebbe antiscientifico: è impensabile che squali, leoni, tigri, serpenti, orsi siano apparsi improvvisamente, dopo il peccato originale. Né è pensabile che alcuni animali siano diventati carnivori improvvisamente, dopo il peccato originale.
Certo il fatto del nutrirsi di un altro animale è in qualche modo, misteriosamente, simbolo del sacrificio della Croce (è un dare-la-vita-per). Noi pensiamo che Dio, prevedendo il peccato originale, avesse già predisposto la comparsa di animali carnivori e di animali feroci. Solo che, pensiamo, i primi uomini abitavano in una regione che la Provvidenza aveva disposto non fosse abitata da animali feroci e fosse straordinariamente ricca di risorse, così da consentire ai primi uomini, prima del peccato originale, di nutrirsi e vivere senza lavorare.

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